Passa ai contenuti principali

Post

UNGARETTI TRA TORMENTO E PASSIONE di Giusi Vaccarino

  Immagine dalla rete Ogni mano poetica è quella di un’anima. E se l’anima è quella di Giuseppe Ungaretti allora ogni verso, ogni parola che muove dal di dentro, si personificano e si ammirano all’esterno. La prof.ssa Giusi Vaccarino del Liceo Lucio Piccolo di Capo d’Orlando ci accompagna nei sentieri della passione che furono del poeta di Alessandria d’Egitto, con aneddoti e suggestioni che rimandano a mondi e paesaggi di un tempo che non passa mai: quello della letteratura. La ringraziamo per il suo notevole contributo.      Incessantemente riecheggiano negli animi inclini alla bellezza i versi adamantini che celebrano un’adamantina mattinata: Mi illumino di immenso. Perfetta e sublime sintesi dell’esperienza ermetica di questo nostro autore. Fiumi di inchiostro sono stati impiegati per sviscerare l’operazione poetica compiuta da Ungaretti : nell’universo ordinato e codificato dalla lirica dannunziana, dove galassie di accecante splendore si costituivano dall’incontro di parole

UN DEBITO DI VITA di Samantha Sindoni

    Una storia vera. Un capitolo di filosofia, quello del “ se si cade, si ha il diritto e il dovere di rialzarsi.” Samantha Sindoni è una collega di Filosofia e Storia molto apprezzata con la passione sconfinata per lo sport. Un raro connubio di prestazioni intellettive e corporee, di saggezza e amore per la vita, di musica cerebrale e performances fisiche. Al nostro blog racconta la sua vicissitudine esistenziale a distanza di 25 anni. La filosofia l’ha salvata. La ringraziamo per la sua forte e intima testimonianza.   21 aprile 1996   Oggi sono contenta! Ho ripreso a studiare, seduta sul mio divano giallo, nel salone di casa con le pareti blu elettrico, un mega poster raffigurante la città di New York al tramonto (ho guardato infinite volte le innumerevoli luci delle finestre dei grattacieli, immaginando quanta vita potesse esserci dentro) e un altro con la scritta ‘ Hasta la victoria siempre’ .   Tutto lì il mio mondo negli ultimi dieci giorni. L’11 aprile ero in

RICONCILIARSI CON LA BELLEZZA: ANCHE ELENA INVECCHIA (BENE) di Domenica Sindoni

  Elena di Troia di Ettore Maria Merlino (Olio su tela, collezione privata2008) Mitologia e filosofia, Elena e la fugacità millenaria del tempo, cultura, rover e pandemia nella raffinata analisi della Prof.ssa Domenica Sindoni, docente di latino e greco al Liceo Lucio Piccolo di Capo d’Orlando che ringraziamo. Per i nostri lettori un intreccio speculativo di notevole fattura che affonda le sue radici nella sconfinata acribia della studiosa siciliana.     “Noi abbiamo esiliato la bellezza; i Greci per essa hanno preso le armi” Albert CAMUS, L’esilio di Elena , 1954 È ormai sotto gli occhi di tutti che la nostra civiltà, che si proietta a grandi passi verso il futuro sulla scorta delle leggi della scienza e dell’economia, ha decisamente ridotto la sua considerazione delle discipline umanistiche . È opinione condivisa che, in un momento di crisi economica e sanitaria, sia più sensato fare investimenti nel campo tecnico-scientifico (formazione, ricerca, creazione o potenziamento di

VIDEO IN ESCLUSIVA - LA SERENA PASQUA DENTRO IL DOLORE - AUGURI da Luciano Armeli Iapichino e Alfredo Natoli

  Un augurio di serenità e pace è un ossimoro dinanzi a migliaia e milioni di morti. Un augurio di risurrezione etica dell’essere umano continua a essere un’utopia. La cronaca planetaria e nazionale, la miseria dell’azione politica, la commistione Istituzioni - politica criminale – mafia (non ultima la fustigazione dell’ergastolo ostativo è l’ennesima mattanza alle mattanze), la quotidianità professionale che persevera con le maschere dell’ipocrisia nell’abbattere la meritocrazia in nome di un ripugnante clientelismo e di mortificanti logiche di personalismo, inducono a desistere dall’ augurare una nuova condizione umana che ripetutamente stenta a muoversi dal binario del nulla cambia . I morti da Covid-19 non insegnano, le vittime innocenti di mafia non insegnano, le delusioni, il dolore e l’altrui disperazione non insegnano. Forse neanche la nostra. Ma non possiamo arrenderci! Non dobbiamo arrenderci! La libertà, quella vera, ci impone resilienza e resistenza e di dis

LA “SURREALTÀ “DI ANTONELLO DA MESSINA di Antonella Muscarà

  Nel la settimana Santa il nostro blog propone ai lettori una rivisitazione critica di alcuni capolavori di Antonello da Messina , proposta dalla docente del Liceo Lucio Piccolo di Capo d’Orlando, prof.ssa Antonella Muscarà,  che ringraziamo. Una vera e propria chicca per chiunque sia privato della magia dell’arte e della cultura in generale, dei musei, dei libri, della creatività dell’essere umano in tempi di pandemia.    San Sebastiano, 1478-79, Dresda .   Scrive Leonardo Sciascia a proposito del San Sebastiano di Dresda (1476) del nostro Antonello “…nella donna che si affaccia da una quinta con il bambino in braccio, nelle figure che si affacciano ai terrazzi, nelle graste e nelle grate, in quella borraccia appesa a lato della finestra alta, c’è un’aria di casa, di pomeriggio messinese. Si direbbe che c’è scirocco: quello stesso scirocco da cui l’inglese Brydone, a Messina, si sentiva trafitti i nervi quasi quanto San Sebastiano dalle frecce […] le nuvole ferme, la luc

BREVE STORIA DI UN BAMBINO E DI UN’ANTENNA di Luciano Armeli Iapichino

  Le antenne RAI di Monte Soro nel 1958 ( Immagine dalla rete) È il 1958 . L’umanità è in pieno fermento di modernizzazione. Per un satellite che si disintegra (lo Sputnik si sbriciola al suo rientro nell’atmosfera) ce n’è un altro che lo rimpiazza (gli USA mettono in orbita l’ Explorer 1 ). L’EURATOM e la NASA diventano realtà. L’Italia, per quanto riguarda le cose del cielo, vola a modo suo e per il momento con Domenico Modugno e la sua Nel blu dipinto di blu che fa, ugualmente, il giro del mondo. La RAI ha avviato il potenziamento della sua rete televisiva e radiofonica a MF. A Monte Soro, 1847 m s.l.m. nel cuore dei Nebrodi, installa uno dei più potenti centri trasmittenti. Gli antennoni, che dominano le Eolie, l’Etna e sconfinati ettari di bosco, sono “vivi” ancora oggi. 1959 . Ai piedi di questi imponenti mostri di ferro, nel silenzio loquace della biodiversità mediterranea, vi è un bambino dodicenne che, tra fantasia e sogni, li ammira stupito per ore e ore.