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Visualizzazione dei post da giugno, 2023

Vanna Marchi Premier subito! di Luciano Armeli Iapichino

  Vanna Marchi - immagine dalla rete  In principio fu lei! Fu lei a capire che questa nazione aveva potenziali possibilità: il raggiro nazionale e il suicidio collettivo.   Fu lei a comprendere che la penisola è attraversata da un retroterra culturale talmente fertile di degrado e di vuoto da poter propinare le truffe più assurde. Ramoscelli, sale e maghi per togliere il malocchio a suon di milioni.  In principio fu proprio Vanna Marchi a “lanciare” indirettamente l’allarme in cui versava una buona parte della società italiota, sprovvista di antidoto contro gli asini volanti e le potenziali seduzioni di massa, alienata di normalità.  Una massa dal ragionamento “corto”, veloce, immediato, finalizzato alla costruzione del “ BALOCCHISMO ”, ovvero di una nazione immaginaria in cui fondere distrazione ad ampio raggio e legalizzazione dell’illegale, nebulizzazione della memoria collettiva e omicidio del comune senso del pudore con l’accettazione dell’improponibile;  accecamento dell’occhio

Ho incontrato un uomo: Giuseppe Antoci di Luciano Armeli Iapichino

                           Giuseppe ANTOCI  Che la prima emergenza di questa nazione resti quella culturale è, e continua a essere, evidente anche in questi giorni di delirio nazionale, in cui il linguaggio non corrisponde esattamente alla corretta interpretazione della realtà. E di questo non allineamento convenzionale si era accorto Aristotele non poco tempo fa. Mi sovviene la violenza di gruppo, l’abuso sistematico, la pratica dolorosa del protocollo inquisitore al de cuius, ovvero il termine “statista”.  Ma questo Paese resta pur sempre un grande Paese. Quello per cui bisogna, ogni tanto e a turno, sfoderare il senso civico e lottare per la difesa delle libertà, dei diritti, della dignità dei martiri che si sono immolati per il nostro “stato di diritto”, per la giustizia.  Sì, è vero.  La nostra democrazia è malata ed è immatura.  Ed è malata ed è immatura  perché la sovranità popolare è immatura , indifferente e irresponsabile nello scegliersi una classe dirigente che presenta sem

IL SENSO DI APPARTENENZA di Luciano Armeli Iapichino

Ognuno di noi sente dentro un richiamo viscerale orientato verso uno spazio, un tempo, una dimensione, un sentimento, un’immagine, una pellicola, un libro, una foto… Orizzonti tutti che si elevano a fortezze inespugnabili del nostro patrimonio emotivo.  Orizzonti che si vestono persino di sacralità, altari curati in cui sostare in ossequioso silenzio. Può succedere, poi, che molti di questi orizzonti si intersechino tra loro, aumentando una sorta di senso di appartenenza in cui restiamo inamovibili, attaccati, nonostante il fluire del tempo, della quotidianità, della trincea professionale. Il mio perimetro, in tal senso, è ben definito; ha molti elementi che richiamano luoghi precisi, tempo storico preciso, immagini in bianco nero, alcune delle quali cristallizzate anche nel presente e archiviate nel vintage (potenza del richiamo dell’appartenenza). Non so se la venerazione del passato, in cui archivio anche pezzi dell’oggi, mi dia più slancio creativo o semplicemente la certezza del r