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QUANDO CICERONE “SOCCORSE” DANTE SU INTERCESSIONE DI BOEZIO di Luciano Armeli Iapichino

  Eugenène Delacroix, La barca di Dante , 1822, Musée du Louvre, Parigi.   In occasione del Dantedì, ricordando il Sommo Poeta nel settimo centenario della morte, proponiamo una curiosità che intreccia la parabola esistenziale di Dante con quella culturale di Cicerone e Boezio. Un legame, il loro, tenuto annodato nei secoli da un collante senza tempo: il dolore. Sotto la supervisione della filosofia.   Dante conosceva approfonditamente il grande Marco Tullio Cicerone che nel Medioevo veniva apprezzato più per le sue incursioni nel campo della filosofia che per le sue straordinarie doti di oratore. In particolare, due erano state le opere dell’autore latino che Dante aveva letto in profondità: il Cato Major de senectute e il Lelius de amicitia , rispettivamente trattati pregni di argomentazioni sulla vecchiaia e i rimedi per trascorrerla e sull’amicizia. Cicerone , in uno dei momenti più travagliati della sua vita, subisce anche un lutto gravissimo: la figlia prediletta

IL DRAMMA DELL' ITALIETTA DI OGGI: IL "CASO" SCANZI di Luciano Armeli Iapichino

Immagine dal profilo Facebook del noto giornalista Questo è un Paese assurdo, rovesciato, tanto civile e incivile parafrasando qualcuno. È il paese dei portatori di santi: Santa Frustrazione e Santa Miseria, quella spirituale. È il Paese del sti cazzi sui paradossi giudiziari di Piazza Fontana, quello del chi se ne frega (a parte qualche anima di qualche movimento dotato di sensibilità civica che pure c’è) se ancora non abbiamo la verità su Via d’Amelio e su una sterminata serie di delitti/misteri di Stato e non, su cui ancora aleggia il dinamismo statico degli apparati depistanti antistatali. È il Paese delle sciagure politiche ventennali, decennali, quinquennali e dei bubbonici (eticamente parlando) portaborse di Riyad . È il Paese dei Gratteri e della più inquietante operazione anti-ndrangheta legata, ahimè, con la museruola alla scrivania della grande informazione nazionale. È il Paese della gestione delle RSA nella prima ondata del virus e del chi se ne fotte a parte i fami

LA NOSTRA PERSONALE VIA CRUCIS DELLA STORIA: QUANDO IL TEMPO LO ABBIAMO VISSUTO PRIMA DI AVERLO LETTO di Luciano Armeli Iapichino.

  Il dramma della tragedia  (immagine dalla rete)   Ogni essere umano ha vissuto - e continua a farlo - una personale via Crucis dell’esistenza, protagonista e testimone a ogni sosta delle stazioni del tempo storico, a volte veri e propri momenti traumatizzanti, a ogni modo forgianti il suo pensiero, il suo carattere, le sue inclinazioni e le sue paure. Anche inconsce.   Ho vissuto gli ultimi venticinque anni del secolo scorso e i primi venti del nuovo Millennio. Quasi mezzo secolo di sconvolgimenti radicali della vita umana che è passata dalla scuola con le punizioni dietro la lavagna a quella in DAD con smartphone, tablet, Notebook, AirPods, Teams, Meet, Argo; dai giochi nei cortili dell’oratorio a quelli su Ruzzle e TikTok; ai cineforum domenicali organizzati da Padre Peppino in un garage adibito a cinema e alla fine dei quali eravamo tutti Bud, Terence e Bruce alle piattaforme Netflix, Amazon Prime, Sky; dalle prime lettere d’amore inviate in italo-dialetto senza consecutio e

AFFAIRE MANCA, QUANDO LA GIUSTIZIA IN ITALIA È IN MODALITÀ EGIZIANA E RUSSA di Luciano Armeli Iapichino

  Attilio Manca, Giulio Regeni, Alexei Navalny. -       Tutti e tre i casi costituiscono, per i rispettivi Paesi in cui si sono consumati i misfatti (Navalny, per fortuna, è ancora vivo), opzioni in cui vige la ragion di Stato . Attilio Manca porta con sé nella tomba inquietanti segreti legati alle latitanze, alle coperture pseudo-istituzionali di certe latitanze, al dossier trattativa Stato-mafia, a certi personaggi cerniera, ovvero a quel prototipo di umana meschinità legata a certi ambienti massonici o della destra eversiva che funge da collante per la riuscita di tutte quelle cose, depistaggi, omicidi, suicidi , a cui si deve aggiungere il complemento di specificazione “ di Stato ”. Giulio Regeni è stato risucchiato nel vortice di un affaire diplomatico internazionale ed è stato catturato, torturato e ucciso come “spia” al servizio di diplomazie straniere in terra di faraoni. Alexei Navalny è il principale oppositore/dissidente politico dello zar di Mosca la cui azione