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UN ANGOLO DI PARADISO: LE TERRAZZE DI GIOVE di Luciano Armeli Iapichino





 

Qualche anno fa ho conosciuto un ragazzo. Si chiama Luigi. È un giovane papà. Un papà siciliano che ha voluto credere in se stesso e nella sua terra. Ha fatto passi graduali e ha costruito un piccolo paradiso di relax. Si chiama Le terrazze di Giove, semplicemente un orizzonte, anzi due: quello mediterraneo con le Eolie e, nelle giornate giuste, anche lo Stromboli a far da padrone… e quello dell’anima in cui nebulizzare lo stress accumulato della settimana. Questo giovane papà è riuscito a creare una zona confort per quel prototipo di essere umano che cerca nel week end o nei tardi pomeriggi estivi la quiete fuori dal turbinio settimanale, assaporando gustosi, sfiziosi e originali piatti di pesce, accompagnati con un ampio ventaglio di vini. Non solo. Una sera, giunto sul posto che poi è Mongiove, ai piedi della Madonna del Tindari a Patti (Me), ho trovato, tra i tanti, un complesso particolare (ogni fine settimana ce n’è uno a tema con artisti di talento che attivano performances strepitose)… una musica che suggeriva un tempo a me familiare… un film a me familiare… una cornice di sensazioni che mi hanno teletrasportato lontano dalle vicissitudini quotidiane: erano le colonne sonore, eseguite magistralmente, del film Pulp fiction di Quentin Tarantino. Penso sia la musica cosiddetta “surf”. Ogni volta che ci porto degli amici, provo per loro gioia nel vederli rilassati. 



Nessuna confusione: solo tramonti, bollicine e profumi. Luigi ha tutta la mia stima. La sua umiltà lo ha fatto crescere. La sua professionalità lo ha fatto volare. Ve lo consiglio. Studia continuamente il modo per donare ai suoi clienti, in tempi di turbo-connessioni e liquidità,  una sosta rigenerativa. 



Il suo è davvero quell’angolo di pace che non ti aspetti. 

La Sicilia non è solo mafia o solo cancrena di sistema. È anche questa. Quella che mi piace vivere. Quella che si rimbocca le maniche oltre il parassitismo dal basso e, soprattutto, quello dall’alto

                Foto by Luciano Armeli Iapichino 



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