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UNA PROMESSA A BERLINO, lettori e autore rinviati a giudizio dal tribunale della Storia.

Immaginate di vivere con l’ingenuità di un bambino eventi che hanno segnato la storia siciliana, nazionale e planetaria.

                          Mixer e Giovanni Minoli

Immaginate di vedere da uno schermo Nordmende, tra i primi a colori, il maxi processo, la vicenda di Alfredino Rampi, la strage dell’Heysel… la caduta del Muro di Berlino. La Prima Repubblica. 

Soggetti come Richard Cunningham e Derrick, Goldrake e gli arrangiamenti degli Oliver Onions chiamati a felicitare la spensieratezza di una quotidianità fatta di oratorio e di ginocchia sbucciate, di ghiaccioli arcobaleno e di radiocroniche di Bruno Pizzul. Prima che le serate diventassero più impegnative con Giovanni Minoli e il suo Mixer

Immaginate di iniziare a respirare le trasformazioni epocali degli anni Novanta con le dichiarazioni di un viso tumefatto, quello del capitano Maurizio Cocciolone, pilota dell’aeronautica militare italiana catturato in Iraq insieme al maggiore Gianmarco Bellini, che si rivolge al mondo intero da un luogo imprecisato del deserto. 


            Cocciolone catturato in Iraq nel 1991


Immaginate di oltrepassare la soglia della maggiore età in Sicilia con il botto delle stragi del ‘92.

Immaginate, ancora, di modellare i vostri gusti musicali a suon di Duran Duran, Depeche Mode, Madonna, Queen e il sound immortale di brani come Enola Gay, Tarzan Boy, Forever Young, A Kind of Magic. 


                    Madonna immortalata nel 1986


Poi immaginate di compiere mezzo secolo di età, possedere gli strumenti culturali che consentono di tornare a ritroso in quei decenni e scandagliare, attraverso una imprescindibile comparazione con il Terzo Millennio, quei fatti, quei personaggi e, soprattutto, quegli stati d’animo, tra una mortale guerriglia nostalgica e un’impietosa sentenza di bilancio della vita. 


Una promessa a Berlino di Luciano Armeli Iapichino, edito da Armenio Editore, Brolo 2025, pp.226, vuole essere un romanzo che, dinanzi al tribunale della Storia composto da una giuria di filosofi, assolverà o condannerà il lettore… o forse l’autore, reo di aver dissacrato, elevato (o quanto meno) mantenuto la bellezza e la purezza di un’emozione; di aver lapidato un patrimonio di esperienze nella sua potenziale azione di cambiamento e di contributo sociale; di aver azzeccato e/o anticipato le mosse di un destino ormai in parte disvelato. 


                       Platini, Boniek e Rossi

La lettura delle vicende di Una promessa a Berlino funge da stesura del severo libro dell’autovalutazione di ognuno di noi, della possibilità di guardare il cammino percorso con la bilancia digitale dei rimpianti e dei rimorsi. 


Funge, altresì, per i più giovani lettori, da comprensione di una tappa importante del tempo storico da cui è transitata l’origine di quest’epoca, quella degli influencer e dell’implosione strategica genitoriale, dell’indifferenza verso le guerre in mondovisione volute dal turbo-capitalismo, contro un tempo in cui la tensione valoriale e gli orizzonti di felicità erano semplicemente più umani e meno artificiali, e in cui la voglia di conoscere il mondo non era affidata agli algoritmi e a parametri di consumo ma all’ambizione e all’istituto della consapevolezza. 




E dove le sconfitte di realizzazione personale erano percepite come un segnale divino nella sana dialettica dei colpi e dei contraccolpi, in corsa per una sintesi finale votata alla rivincita. 

A fronte di un estremo bisogno di concretezza e determinazione, erano bandite le sensazioni di liquidità, di inconsistenza, di evanescenza: era inaccettabile l’isolamento interiore e relazionale al tempo della globalizzazione. 


Tutti i personaggi che ruotano nel plot narrativo, veri o immaginari, hanno qualcosa da raccontare alle generazioni di oggi, in un tentativo di indicazione più che di orientamento esistenziale, consapevoli che la libertà, quella autentica, è da ricercare oltre le odierne sollecitazioni virtuali dei venditori di sogni e di certezze. 

Palermo, Patti, Ficarra, Firenze, Vienna, Parigi e, infine, Berlino costituiscono i contesti geografici in cui si narrano gli anni Ottanta tra sentimento e bellezza dello spirito. 

Arte compresa. In realtà, sono state queste città e queste cittadine a dichiararsi disponibili nella crociata contro l’oblio di un tempo forse migliore.


👇link 


https://www.armenio.it/editoria/prodotto/una-promessa-a-berlino/




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