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HEIDE 4.0: LA FIABA DELLA PICCOLA “IMPRENDITRICE” E DEL SUO “BOSCO RITROVATO” di Luciano Armeli Iapichino


 

 



Questa storia è rivolta ai più piccoli. Anzi no! È rivolta anche ai grandi perché è una di quelle che esce davvero dai binari della routine di un’esistenza sedentaria e turbo-connessa, zavorrata di smartphone, di Tik Tok e cronaca nera. Non racconteremo, infatti, di influencer né di sedentarietà fisica e intellettiva. Racconteremo una fiaba, quella di Emma e del suo amore dinamico per gli animali nel cuore dei Nebrodi; racconteremo di boschi, di capre, di asini, di cani, di api.

E di topini di campagna.

La piccola Emma non ha i circuiti mediatici di Greta Thunberg ma la sua è già una fiaba che segna grandi orizzonti: quelli del cuore.

Leggetela ai vostri piccoli e leggetela per voi...

                               


Emma e le marachelle di Zeus, Attila e gli altri.

C’è oggi, nel cuore di un’isola piena di storia, in un paesino circondato da montagne di biodiversità, popolate di aquile, di scoiattoli, di cascate, di querce secolari e di colori, una bambina di nome Emma.

Come tutti i bambini la piccola Emma, dai capelli chiari e gli occhiali, va a scuola. Ed è pure brava. Ha sempre stranamente voglia, però, di fare subito i compiti, senza perdere tempo. Emma, infatti, frequenta un’altra scuola, quella della natura, e vuole dedicare più tempo possibile, oltre ai suoi compagnetti, anche a degli altri amici che va a trovare ogni giorno.

Loro sono Zeus, Kira, Bella, Ettore, Clara e tanti altri ancora che, lontano da schermi, follower e social, la rendono la bambina più felice del mondo.

Presentiamo gli amici di Emma.

Zeus è un bel cagnone maremmano che si fa accarezzare solo da lei. L’unica che può fargli i dispetti e con cui si diverte a giocare rotolandosi nei prati. Ogni volta, all’arrivo di Emma, Zeus si costituisce. È anche molto vigile e attento: chiunque si avvicini nel Bosco Ritrovato di Emma inizia a ringhiare e a insospettirsi. È un cagnone diffidente, Zeus. Eh sì!

Poi vi è Kira, un incrocio tra dogo argentino e un mastino. La sua storia è una fiaba nella fiaba. Kira sin da piccola era stata addestrata ai combattimenti e alle scommesse clandestine. Poi è stata sottratta al suo terribile e crudele destino e ora, anche lei, gioca nei prati e nel bosco a inseguire le farfalle. E non solo loro. A Kira sono antipatici i topini di campagna con i quali è in continuo disaccordo. Per fortuna Emma ha trovato una salomonica soluzione: anche i topini hanno diritto alla vita e alla felicità, pertanto, anche loro hanno ricevuto una casetta rigorosamente da lei costruita e in cui trovano spesso pezzettini di formaggio e del frumento.

In questo modo non si avvicineranno alle stalle e Kira eviterà di riportarli a Emma per le orecchie.

 È già successo altre volte.

Tra le sue amiche troviamo anche Bella, con la figlia Clara che ha appena compiuto un anno, e Filomena, che è anche in dolce attesa: sono le asinelle ragusane. In Sicilia l’asino è il re degli animali. U sciccareddu, o u ciuciliddu, come lo chiamano i siciliani, rappresenta l’essenza di quest’isola, la salvezza, il mezzo di locomozione più antico, il più comprensivo, il più lavoratore. L’indispensabile. L’asino quando parla arragghia, raglia, e lo si chiama così: ciciù tèèè o pruu.

Nell’isola si narra che i contadini tra la morte della loro moglie e quella del loro asinello, non avrebbero saputo quale scegliere. E quell’amore delicato per gli asini, tramandato nel tempo, Emma da buona siciliana lo trasmette a Bella e a Clara.

Li liscia e li nutre, amorevolmente.

 


Poco più in là, Emma accudisce un’altra bella famiglia: le Girgentane, le capre. Sono Ettore, il becco, e Nunzia, la capra mastra, quella dominante si dice. Della stessa casata sono Carmela che ha due figlie, Titina e Emma, e Cuncetta, che ha dato alla luce Giacomina, così chiamata perché è nata il giorno del compleanno del papà di Emma, Giacomo per l’appunto.

A completare la stirpe, infine, ci sono Lillina e Ciccina.

Ma perché le capre sono dette “Girgentane”? Per il semplice motivo che questi mammiferi, che nel corso dei millenni hanno percorso tanta strada muovendo dall’Anatolia, una terra lontanissima e gravida di racconti e di civiltà, sono giunte sino a Girgenti, che è il nome dell’attuale Agrigento, cuore della cosiddetta Magna Grecia e di templi; un habitat a loro congeniale. Di queste capre, che hanno delle corna attorcigliate e bellissime, si raccontano tante cose.

Addirittura che, ruminando una certa erba, i loro denti diventino d’oro. Sarà vero …  

A proposito del papà di Emma: a sua volta deve dare conto anche alle sue operaie, che sono tantissime: le api. E sì, Emma, è figlia di un apicultore e ha già capito come si riconoscono le api nere, quelle rispondenti alla razza sicula. Attorno all’alveare, comunque, in primavera c'è un bel movimento. Dall’attenta osservazione di questo andirivieni, da quante api entrano ed escono, dalla loro velocità, dalle zampette più o meno impregnate di polline, da quelle che si presentano moribonde o statiche rispetto alle più vivaci: da tutto ciò, e da altro, Emma comprende lo stato di salute dell'arnia.  

E non è ancora finita.

Nella bellissima famiglia di Emma c’è pure un monello: è Attila, u crastu, ovvero il maschietto della pecora, il montone, che, ovunque transiti, devasta tutto come un trattore.

Fa anche altro, Attila: ha già ingravidato sette pecorelle.

C’è un bel detto siciliano che recita: “aviri la sorti di lu crastu, ca nasci curnutu e mori scannatu”, che si dice di un uomo sfortunato, colmo di sventure.

La prima nascitura è stata Viola, chiamata così in onore di una compagnetta di Emma venuta nel Bosco Ritrovato per fantasticare laddove tutto è reale.

Poi c’è Anna, che dal canto suo, è stato uno dei regali più belli che Emma abbia ricevuto: una giumenta sanfratellana di tredici anni che la nostra scolaretta cavalca anche senza la sella. È quello forse l’attimo in cui la piccola siciliana assapora il più alto grado di felicità, un mix di libertà e armonia con la natura, il suo mondo, reale e fantastico allo stesso tempo, genuino e organizzato come la società degli umani ma senza odio, pregiudizio, rancori, differenze, diffidenze. E digitale.  


 


Emma un giorno si è presentata dal papà con del latte appena munto: è riuscita a convincere la capretta a donarle un po' del suo prezioso siero, belando in quell'occasione in maniera alquanto strana. Come è riuscita Emma nella sua opera di convincimento? Sicuramente sussurrandole parole dolci e, furbescamente, bloccandola con una zampa sulla sua spalla mentre con una mano le mungeva la mammella e con l’altra avendolo già visto fare agli adulti, teneva il contenitore.

Per Natale la nostra Heidi ha voluto un solo regalo: trascorrere tutto il giorno dai suoi amici. Ed è stata accontentata. Quando arriva qualche veterinario alla fattoria, Emma lo chiama collega; ha anche un  segreto: è innamorata del commissario Montalbano e del suo mondo professionale e spaziale, quello di Camilleri e della Rai. Per questo da grande vorrebbe fare il commissario-veterinario, un nuovo prototipo di investigatore che cura gli animali e li protegge.

 

                                        

 

Oltre a essere già una piccola apicultrice, Emma spiega agli altri bambini che tutti suoi amici animali non sono stati scelti a caso ma appartengono alla tradizione sicula, sono razze autoctone, regolarmente iscritti all’albo nazionale e purtroppo in via d’estinzione. Per questo vanno curati e salvaguardati, per tutelarne le specie e le loro prerogative. Emma, solitamente, a questo punto, tiene a precisare che non si può prescindere dalla sostenibilità: il surplus di questi animali è destinato al consumo per il semplice motivo che è necessario attivare la catena alimentare per garantire il giusto rapporto spazio-unità e i fondi necessari per il loro mantenimento. Torna in mente la filosofia di caccia degli Indiani d'America che onoravano il bisonte in vita e, al momento di abbatterlo per sostenersi, recitavano una preghiera di scuse.  Come ad esempio si farà per Renzo, che è il capostipite dei suini rigorosamente neri dei Nebrodi, e che ha avuto dalle due scrofe, Lucia e Rina, già undici figli.

Un amichetto, Emma, lo tiene a casa: un gallo. Si chiama Tempesta. Lo sentiamo spesso. A qualunque ora.

Emma gioisce nel vedere Zeus e company giocare, pertanto li riempie di "giocattoli": altalene per le caprette e palloni per i maialini.

Lei, a dire il vero, un gioco tecnologico se lo è permesso: un drone, che pian piano sta imparando a manovrare.

La visuale dall’alto, del resto, allarga ancora di più anche il cuore.

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