UN GRANDE PASSO PER L’UMANITÀ … SECOLI DI ARRETRAMENTO PER LA DEMOCRAZIA di Luciano Armeli Iapichino
Una delle dichiarazioni di Buzz Aldrin non appena si toccò il suolo lunare fu: “magnifica desolazione”. Laddove il “magnifica” evidenziava uno stupore inenarrabile, oltre i convenzionali codici linguistici, oltre le umane soglie di terrestre incredulità. L’umanità, da quel momento in poi, sarebbe stata proiettata su visioni altre, con sovrastrutture intellettive che si sarebbero imposte come obbligatorie dopo la conquista di quella frontiera vagheggiata prima di allora solo nei libri di fantascienza. L’uomo, con la sua storia, la sua poiesis, il suo coraggio, ma anche con i suoi limiti, i suoi difetti e la sua secolare auto-flagellazione, aveva segnato, in quel non troppo lontano luglio del 1969, una linea di non ritorno oltre la quale nuove parole d’ordine sembravano destinate a imporsi. Tra queste, di certo, quelle di “civiltà” e di “pace”, con la Terra contemplata per la prima volta da un’altra angolazione, dal di fuori, teneramente da tutelare come nido isolato e sperduto nello sterminato deserto interstellare, avrebbero acquisito nuove valenze etimologiche. In linea di principio, dopo la titanica impresa dell’allunaggio, non ci sarebbe stato più spazio sul suolo terrestre per muri, per guerre, per egoismi. L’impresa di Armstrong, Collins e Aldrin aveva azzerato, rilanciandolo su nuove prospettive, l’approccio storico e filosofico dell’esistenza dell’uomo.
“L’oltre” sarebbe divenuto l’imperativo categorico da imporre come punto di partenza di ogni riflessione. A. D. 2021, Terra.
Gli sciamani imperversano a ogni latitudine e longitudine; i muri continuano a sollevarsi, si combattono guerre in versione pandemica.
Spazio 1999, la fortunata serie anni '70 in cui si narrano le avventure di una colonia lunare di umani alla deriva nell'infinito cosmico per via dell'allontanamento della Luna, è l'emblema paradgmatico di un atteggiamento di delusione, di scoramento, del nostro satellite dopo l'onta della conquista da parte di esseri che, nel III Millennio, girovagano ancora con corna e pellicce a torso nudo occupando il tempo e lo spazio dei media globali. E in piena pandemia. La finzione cinematografica aveva presagito la nullità dell'uomo.
A Capitol Hill, tempio della filosofia “una piccolo passo per l’uomo, un grande passo per l’umanità”, la democrazia yankee ha tolto il disturbo incredula e, dopo un viaggio a ritroso nel deserto del Diritto; si è nascosta dentro la tomba di George Washingotn: guarderà da lontano il giorno dell’insediamento di Joe Biden del prossimo 20 gennaio, certa che ancora il peggio deve arrivare.
Intanto, dal suolo lunare e da quello del pianeta rosso, pletore di organismi vitali hanno già riempito gli spalti per gustare lo spettacolo del baratro terrestre in questo nuovo appuntamento della storia. Tra loro, uno di essi fa notare che in proiezione ci sono in contemporanea altre squallide pellicole:
il Presidente Putin pronto a ingurgitare vodka dalla gioia;
Kim Jong-un che gongolando lancerà il suo ennesimo gioco d’artificio;
Xi Jiping esulterà da nuovo padrone del mondo.
E in Italia? Nel Belpaese il popolo italiano indifferente alle questioni d’oltreoceano e a 600 morti al giorno di media, non rinunciando all’endemica follia guelfa e ghibellina, si batterà le palle come Tafazzi. Roba non da peste nera. Roba da neuroni inceneriti.
Dimenticavo, tornando alle cose a stelle e striscie, a questo punto, non mi sorpenderebbe se Jake Angeli, lo sciamano, il bufalo, il licantropo,l'invasato, nel 2024, diventasse il nuovo Presidente USA senza la profezia dei Simpson. Forse solo l'ironia salverà la voglia di sorridere ancora.
In foto una scena di Spazio 1999.
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