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SULLA CULTURA MEDIO-BORGHESE

La cultura MEDIO-BORGHESE è quella più corruttibile, miserrima, putrida, falsa, ipocrita. Sporca l’anima, contamina con modi di fare da evitare, zavorra. Manifesta delirio di onnipotenza senza concretezza, è arrogante, ha disagio relazionale, viene identificata come bluff nei contesti autentici e di livello e, nell’analisi delle menti superiori, è emarginata e declassata. Anche se è convinta di avere seguito che, di fatto, è solo immaginario. Il consumismo di cui si nutre e il ruolo sociale conseguito, per cui si pavoneggia, costituiscono l’inganno di un sentimento e di un auto-convincimento di essere umano alto, arrivato e che conta. La cultura BASSA e quella ELEVATA, di contro, sono le più autentiche. La prima è emblematica di una vita votata al sacrificio giornaliero, genuina, pura, sincera e che subisce le difficoltà dell’esistenza. Per certi aspetti rassegnata e senza grosse pretese. Ma dal rigore morale fermo. Mi intrattengo spesso a dialogare con contadini, anziani e paesani: saggezza, purezza e possibilità di crescita immense. La seconda, quella ELEVATA, è il risultato di un sacrificio di elevazione culturale e spirituale ed è manifesta in un prototipo di essere umano nobile d’animo, altamente qualificato, sinceramente assertivo e professionale. Esempio di questa categoria: il luminare che operò mio padre anni fa al pancreas, dopo 11 ore di intervento, ci cercò personalmente senza delegare altri per spiegare con calma e pazienza i dettagli di un’operazione complicata e senza alcuna fretta. Manifestò alta competenza, modi, toni gentili e soprattutto immenso savoir-faire con chi era appeso alla sua competenza nonostante la stanchezza. Il giorno dopo volò in Giappone per coordinare un intervento su un altro paziente in video conferenza con gli USA. Amava, tra l’altro, moltissimo la Sicilia. Umiltà ed elevatezza. Umanità ed eccellenza. Un “vir” raro, umano, votato allo studio e al perfezionamento. Un giusto equilibrio di virtù cardinali e teologali da cui prendere esempio nella vita ordinaria. Quando ci si confronta con questi esseri umani si “subisce” positivamente una sensazione di benessere e serenità. La realtà è che mi sono stancato di interagire con i “viddani” e non in senso classista ma solo esclusivamente spirituale. La bellezza d’animo, l’eleganza del proprio essere interiore, l’assertività che fa la differenza sempre e comunque, sono i veri tratti autentici di chi è autentico dentro. A tal proposito PIER PAOLO PASOLINI: “Il tipo di persone che amo di gran lunga di più sono le persone che possibilmente non abbiano fatto neanche la quarta elementare, cioè le persone assolutamente semplici. Ma non ci metta della retorica in questa mia affermazione: non lo dico per retorica, lo dico perché la cultura piccolo-borghese è qualcosa che porta sempre della corruzione, delle impurezze, mentre un analfabeta, uno che ha fatto solo i primi anni delle elementari, ha sempre una certa grazia che poi va perduta attraverso la cultura. Poi la si ritrova ad un altissimo grado di cultura, ma la cultura media è sempre corruttrice”. Pier Paolo Pasolini, intervista di Enzo Biagi, 1972. 

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