Passa ai contenuti principali

SONO PASSATI TRENTACINQUE ANNI ...

Quando ero bambino non volevo fare il chierichetto. Per due semplici motivi: - Il primo. Avevo paura delle bare e delle urla dei familiari del de cuius (il rito funebre siculo imponeva la disperazione teatrale più estrema possibile), per cui mi nascondevo aggrappato e terrorizzato dietro la tunica dell’arciprete Savio che mi riportava, puntualmente, dinnanzi al feretro di forza unitamente all’acquasantiera. A siffatto terrore si univa, sempre da protocollo, l’incipit della marcia funebre accompagnato da un urlo squarciagola della serie: “Gioiaaa saluta u quarteri...” - Il secondo. Portare la ghirlanda era sempre più remunerativo che fare il chierichetto. A ogni modo, mia madre garantiva per quest’ultima opzione quando il prete telefonava. Andavo ovviamente in perdita di gelati o bibite. E poi, fu quello il momento in cui ho scoperto le qualità taumaturgiche del limone. Dinanzi al cimitero, dopo la cerimonia funebre in chiesa e la processione di rito (circa 2 km) sino all’ultimo saluto, la vedova veniva puntualmente colta dai cosiddetti “stirrinchi” e iniziava a barcollare. I familiari più vicini, al grido “u limuni, u limuni, u limuni”, tiravano fuori dalle tasche mezzo limone e lo spiaccicavano dritto in faccia per “resuscitarla”. Fine della storia. O meglio, tutti di corsa dentro la Seat tipo 127 di padre Savio, puntualmente da qualcuno parcheggiata al cimitero, con Padre Sciortino e gli altri chierichetti per rientrare in paese. E via agli insulti tra i due uomini di Chiesa. Momenti unici e inenarrabili che ho già confessato a memoria ai loro successori. Solo per sdrammatizzare un po’.
Storie di ordinaria quotidianità di un paese che fu: Galati Mamertino.

Commenti

Post popolari in questo blog

BREVE STORIA DI UN BAMBINO E DI UN’ANTENNA di Luciano Armeli Iapichino

  Le antenne RAI di Monte Soro nel 1958 ( Immagine dalla rete) È il 1958 . L’umanità è in pieno fermento di modernizzazione. Per un satellite che si disintegra (lo Sputnik si sbriciola al suo rientro nell’atmosfera) ce n’è un altro che lo rimpiazza (gli USA mettono in orbita l’ Explorer 1 ). L’EURATOM e la NASA diventano realtà. L’Italia, per quanto riguarda le cose del cielo, vola a modo suo e per il momento con Domenico Modugno e la sua Nel blu dipinto di blu che fa, ugualmente, il giro del mondo. La RAI ha avviato il potenziamento della sua rete televisiva e radiofonica a MF. A Monte Soro, 1847 m s.l.m. nel cuore dei Nebrodi, installa uno dei più potenti centri trasmittenti. Gli antennoni, che dominano le Eolie, l’Etna e sconfinati ettari di bosco, sono “vivi” ancora oggi. 1959 . Ai piedi di questi imponenti mostri di ferro, nel silenzio loquace della biodiversità mediterranea, vi è un bambino dodicenne che, tra fantasia e sogni, li ammira stupito per ore e o...

UN DEBITO DI VITA di Samantha Sindoni

    Una storia vera. Un capitolo di filosofia, quello del “ se si cade, si ha il diritto e il dovere di rialzarsi.” Samantha Sindoni è una collega di Filosofia e Storia molto apprezzata con la passione sconfinata per lo sport. Un raro connubio di prestazioni intellettive e corporee, di saggezza e amore per la vita, di musica cerebrale e performances fisiche. Al nostro blog racconta la sua vicissitudine esistenziale a distanza di 25 anni. La filosofia l’ha salvata. La ringraziamo per la sua forte e intima testimonianza.   21 aprile 1996   Oggi sono contenta! Ho ripreso a studiare, seduta sul mio divano giallo, nel salone di casa con le pareti blu elettrico, un mega poster raffigurante la città di New York al tramonto (ho guardato infinite volte le innumerevoli luci delle finestre dei grattacieli, immaginando quanta vita potesse esserci dentro) e un altro con la scritta ‘ Hasta la victoria siempre’ .   Tutto lì il mio mondo negli ultimi dieci gi...

QUANDO L’INFORMAZIONE È SENZA COGLIONI di Luciano Armeli Iapichino

    Da 17 anni una buona fetta di persone dabbene segue la surreale vicenda di Attilio Manca . Non sono in tanti se questo parametro lo accostiamo a quello totale della popolazione italiana. Ma neanche pochi. In ogni caso è il frutto dello sforzo della famiglia Manca e del loro grido di dolore urlato compostamente da Barcellona Pozzo di Gotto. Dopo 17 anni, scartata la pista del suicidio (offesa all’intelligenza) e, adesso, con le ultime novità da Viterbo  e l’assoluzione di Monica Mileti , anche quella della droga, rimane quella - sempre pensata - masso-mafiosa: l’unica percorribile, indicata chiaramente da sei pentiti, da orrori giudiziari (non è un refuso), da cecità deontologica, da imbarazzo manifesto, da ridicolaggine acuta, da faccia come il culo da parte di qualcuno, da sorrisetti stampati in faccia lungo le vie sempre di Barcellona Pozzo di Gotto. Eppure c’è qualcosa, in questa vicenda, che brucia di più. L’informazione. La grande informazione. Il cosi...