Il primo corso di lezioni che seguii all’Università di Messina fu quello del Professore Girolamo Cotroneo sulla Filosofia del Diritto di Georg Wilhelm Friedrich Hegel.
Come dire: partenza con il botto.
Un giorno la lezione era stata abbastanza complessa tanto da scoraggiarmi.
Rientrando a casa, che condividevo con mia sorella, per la via S. Agostino che incrociava la XXIV Maggio (quest’ultima era quella della pavimentazione che t’inzuppava i pantaloni se mettevi il piede nel posto sbagliato dopo un acquazzone), assorto nei miei pensieri e soprattutto nelle mie preoccupazioni per la difficoltà del corso di laurea, udii un fischiettio abbastanza familiare. Alzai gli occhi ed era il mio papà che era venuto a trovarmi insieme a mia madre per portarci le conserve dal paesello (più di cento km). Mi aveva osservato per un pezzo. Indossavo una giacca verdastra e un jeans. Portavo i libri sottobraccio. A lui mancavo molto. Si era ritrovato pure senza l’altro figlio in casa. Mi sorella era già stata spedita dalle suore del Sacro Cuore subito dopo la scuola media.
Mi abbracciò e mi disse: “sono fiero di te”.
Non avrei più potuto deluderlo.
Come si suol dire: “nchiummai Hegel e gli altri”.
E l’amore per la filosofia non mi abbandonò più.
Vanna Marchi - immagine dalla rete In principio fu lei! Fu lei a capire che questa nazione aveva potenziali possibilità: il raggiro nazionale e il suicidio collettivo. Fu lei a comprendere che la penisola è attraversata da un retroterra culturale talmente fertile di degrado e di vuoto da poter propinare le truffe più assurde. Ramoscelli, sale e maghi per togliere il malocchio a suon di milioni. In principio fu proprio Vanna Marchi a “lanciare” indirettamente l’allarme in cui versava una buona parte della società italiota, sprovvista di antidoto contro gli asini volanti e le potenziali seduzioni di massa, alienata di normalità. Una massa dal ragionamento “corto”, veloce, immediato, finalizzato alla costruzione del “ BALOCCHISMO ”, ovvero di una nazione immaginaria in cui fondere distrazione ad ampio raggio e legalizzazione dell’illegale, nebulizzazione della memoria collettiva e omicidio del comune senso del pudore con l’accettazione dell’improponibile; accecamento dell’occhio
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminaE che dire io che, quando mi ritrovai a frequentare l'ITIS "Verona - Trento di Messina e mi accorsi con terrore che non avrei avuto più nella mia aula le mie bellissime compagne di scuola media e decisi di cambiare indirizzo. Naturalmente avrei scelto tra il liceo classico e l'istituto magistrale. I miei genitori, nonostante la loro modestissima acculturazione, durante le vacanze dei Morti, mi fecero cambiare idea. Il mancato passaggio mi fece soffrire per qualche mese fino a quando non localizzai i vari istituti e imparai a muovermi con disinvoltura!
RispondiElimina